L’arte della persuasione inesistente. Note alla “Rhétorique” di B. Lamy
L’arte della persuasione inesistente. Note alla “Rhétorique di B. Lamy, Guido Zingari. In Atti del XXVIII Congresso Nazionale di Filosofia. Linguaggio persuasione verità, Società Filosofica Italiana, Padova, CEDAM – Casa Editrice Dott. Antonio Milani. pp. 493-498. 1984.
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Secondo Tempo Libro Trentottesimo dedicato a Guido Zingari
Vorrei ringraziare personalmente Alessandro Carandente per aver dedicato a Guido parte del libro trentottesimo della rivista “Secondo Tempo” da lui curata e per aver scelto di riportare il testo di alcuni degli interventi fatti in occasione della prima giornata in ricordo di Guido Zingari lo scorso 20 settembre a Roma, al cinema Farnese in Campo de’ Fiori. Inutile dire che ogni parola dedicata con affetto a Guido mi è di conforto e che diventa luce e respiro in “…quel qualcosa di buio, di spaventosamente assurdo, che non riusciamo a controllare…”, (per citare lo stesso Carandente).
Insieme ad Alessandro, artefice di questo omaggio a Guido, vorrei brevemente ringraziare tutti coloro che hanno accettato di intervenire portando il loro contributo attraverso l’analisi della sua opera di scrittura e nel ricordo dei suoi aspetti umani.
Ringrazio quindi Rubina Giorgi che con il suo animo poetico e con la sua particolare sensibilità, ha ricordato Guido con grande profondità, cogliendone tra l’altro “…la fragilità insieme a tutta la forza della fragilità, del pudore – la forza di una grande resistenza attinta a fonti lontane, invisibili”. Rubina, inoltre, individua con particolare acume, il dono lasciato da Guido per noi nel “Ricordarci di non dimenticare, di non tralasciare l’alimento della scintilla divina, di questa parte la più preziosa di noi, di ciascuno di noi. Anche al costo di sacrificare un soggiorno più agevole in questo mondo”.
Ringrazio Alfonso Malinconico che con grande sapere ci invita a riflettere ulteriormente sugli innumerevoli significati del concetto di rifiuto e analizzando il testo “Ontologia del rifiuto” cita il giudizio morale” di Zingari che trapela “in modo non sempre sommerso”. Guido mi ricordava di venir spesso scherzosamente additato dagli amici come moralista; appellativo di cui Guido andava fiero. Moralismo che diventava letteralmente sdegno di fronte alla viltà, alla mancanza della “semplice onestà intellettuale”.
Ringrazio il Professor Rino Caputo Preside della Facoltà di lettere e Filosofia dell’Università di “Tor Vergata”, per il suo contributo al ricordo di Guido, per me veramente prezioso. Il Professor Caputo esprime sincero rammarico nelle parole: “Avrei voluto accanto lo studioso Zingari, capace di slanci e slarghi di pensiero utili, perché no?, proprio perché inaspettati e apparentemente sghembi rispetto alle consuetudini acquisite”. Che bello sarebbe se il preside Caputo, che da pochi anni governa l’istituzione universitaria, con uno slancio di pensiero apparentemente sghembo, omaggiasse tutti i docenti del testo di Guido “Destituzioni di Filosofia” e che questi, liberi da pregiudizi e condizionamenti, ne comprendessero l’intento vero e con sincera disposizione alla comprensione, lo considerassero un vero contributo alla riflessione e discussione per un concreto miglioramento della filosofia accademica e del sistema universitario in generale!
“Se io celo le cose e impedisco alle cose di essere quel che sono, le privo appunto di quel valore profetico e dischiudente verso il futuro, di cui ogni presente è dotato in potenza, come punto di forza e prospettiva di luce”. Mi piace citare qui Carlo Di Logge e ringraziarlo per il suo dotto intervento nel quale ricorda gli importanti studi di Guido Zingari e i sui scritti su autori quali Leibniz, Heidegger e Bloch e dove in particolare prende in considerazione il tema del possibile a cui Guido lavorò tanto.
Ringrazio anche Marina Storoni Piazza che con lo spessore di donna e di studiosa che la contraddistinguono ci è sempre stata vicino. Anche in questa occasione, esercitando in modo esemplare la sua capacità di sintesi, parlando del testo inedito “L’ostinata Meraviglia”, ha magistralmente saputo farsi chiara interprete di concetti filosofici non sempre di facile comprensione ai non addetti ai lavori coglie le peculiarità dell’intento di Guido.
Intento che anche Enzo Riga nella sua recensione del testo “Destituzioni della filosofia” presente in “Secondo Tempo”, sembra aver colto in modo puntuale e preciso e non posso esimermi dall’invitare tutti alla lettura.
E come sempre ringrazio Marco Caponera per il suo continuo, ammirabile e ostinato lavoro di divulgazione del pensiero di Guido Zingari studioso. Ne approfitto per segnalare un breve (ultimo?) seminario che Marco terrà all’Università di Tor Vergata. Quest’anno il seminario sarà tenuto all’interno del corso del Prof. Manfreda e analizzerà il testo di Guido “Oscenità interiori. Verità ambigue e retoriche perverse” uscito nel 1996 e che presto verrà ristampato proprio da le nubi edizioni.
Paola Zingari